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23 Febbraio 2017 ore 18:30
Appartamento Lago - via Brera 30 Milano
 

La TV in cucina e la cucina in TV

Esistono ancora pubblico e idee per il cibo in TV?

Sonia Peronaci - Scrittrice, autrice e presentatrice TV

Riccardo Pasini - Autore e produttore televisivo

Sergio Ferrentino - Regista e autore radiofonico

Paola Galloni - Scrittrice, chef televisiva, ex concorrente di Masterchef

Stefania Radman - Giornalista e fondatrice di "Divano e Fornelli"

Alex Revelli Sorini - Gastrosofo e professore Universitario

Moderati da Anna Prandoni

Masterchef, Masterchef Junior, Cotto e Mangiato, Il pranzo della domenica, Gusto, Chef per un giorno… ogni rete televisiva ha o ha avuto il proprio programma dedicato alla cucina. Le formule ideate sono state molte: gara tra semplici appassionati, sfida tra esperti, VIP per la prima volta alle prese con i fornelli, giornaliste che preparano piatti semplici e gustosi utilizzando, udite udite!, ingredienti surgelati, chef che propongono grandi classici rivisitati. Eppure un filo rosso che accumuna tutti questi format gastronomici c’è: la necessità di adattarsi alle regole della TV. Che cosa comporta questo dal punto di vista della genuinità del prodotto? Riesce la cucina, tra montaggio, personaggi dal carattere forte e pubblicità a rimanere la protagonista o diviene mero pretesto, ingrediente di contorno?

Su questo si sono interrogati Anna Prandoni e i suoi numerosi ospiti intervenuti al secondo appuntamento del 2017 di Tavola Spigolosa, in quella che ne è ormai la “casa” milanese: l’appartamento LAGO di via Brera.

Gli ospiti di Tavola Spigolosa del 23 febbraio

Anna Prandoni, direttrice di TS con Riccardo Pasini

Sonia Peronaci, presentarice TV e scrittrice

Le caratteristiche, i formati, i ritmi della televisione, dunque, sono imprescindibili. Primo fra tutti, il linguaggio. Perché “si deve creare intrattenimento in TV” spiega Sonia Peronaci, che dopo aver inventato GialloZafferano, ora si occupa di televisione come presentatrice e creatrice di programmi. “Devi raccontare l’aneddoto per riempire un tempo, per esempio. Quando prepari il piatto, devi già pensare all’estetica che avrà una volta finito.”

Intrattenimento ed estetica, certo, ma non dovrebbe essere più importante spiegare la ricetta? Insegnare a cucinare? Lo chiediamo all’ex concorrente di Masterchef, nonché scrittrice e chef televisiva, Paola Galloni.

“Masterchef è uno show fatto molto bene, ma non insegna niente e da cui non si impara niente. Il montaggio fa la maggior parte, crea una trama avvincente. A chi interessa il cibo resta sempre soddisfatto a metà, perché non ti insegna niente dal punto di vista culinario.” Nemmeno partecipare aiuta ad apprendere qualcosa di nuovo: “Se uno crede che da Masterchef si esca chef, non ha capito nulla. Il programma può essere un trampolino, un’occasione di visibilità. Per me è stato faticosissimo, ma è stata anche un’esperienza divertente”.

Paola Galloni, tra i relatori della serata

Alex Revelli Sorini, Gastrosofo e docente

È dunque possibile raccontare il cibo senza ridurlo a mero intrattenimento? chiede allora Anna Prandoni, Direttore Editoriale di Tavola Spigolosa, ad Alex Revelli Sorini, gastrosofo: “La filosofia che si sta imponendo oggi riguardo alla cucina è quella che mette al primo posto il gusto: il cibo deve farmi godere. Se poi mangio anche un cibo virtuoso, posso avere una vita migliore. Il cibo diventa una medicina, si sposa dunque all’elemento salutistico. Dai Babilonesi in poi, il cibo è sempre stato cura, ci si cibava per stare bene. Negli ultimi quarant’anni è diventato qualcosa di diverso, un simbolo. Ora si sta recuperando la prospettiva legata alla salute, anche grazie ai social.”

I social, però, come abbiamo visto durante nel precedente appuntamento dal titolo “Il Sorso Digitale”, sono per lo più caratterizzati da velocità, astrazione e impongono un linguaggio meno tecnico. Quanto è necessario semplificare e impoverire il messaggio quando si scrive per la televisione? “La TV è seguita da un pubblico anziano, anzianissimo” continua Revelli Sorini. “In un programma bisogna parlare in modo semplice: mia nonna non deve solo comprenderlo, deve proprio viverlo.

All’interno di otto minuti di programma do tre messaggi ma dentro ci devo inserire anche il cazzeggio, perché altrimenti non funziona. Devo raccontare una storia, citare la mamma (o meglio la nonna, che funziona più della mamma), e poi giocare sul ricordo di quando si era bambini.”

“Ci sono mezzi e mezzi” ribatte Riccardo Pasini, autore e produttore televisivo. “Ogni programma ha la sua finalità, la sua linea: c’è quella più tutoriale, che ha preso avvio sul web, ci sono programmi di totale scrittura, dove lo show ha la prevalenza sul cibo che è una scusa per fare intrattenimento, poi ci sono programmi che si mettono a metà, dove il pubblico è lì per essere educato e non per divertirsi. La domanda da porsi sempre è: chi ho di fronte? A chi sto parlando? Il pranzo della domenica [programma di Canale 5 con Gualtiero Marchesi ed Elenoire Casalegno] va in onda la domenica mattina e ha successo proprio perché è lento, adatto al pubblico della domenica mattina, appunto. Il suo obiettivo è seguire il linguaggio TV dell’intrattenimento, infatti è una gara-esame. Dà però anche indicazioni legate all’origine del cibo e all’eccellenza italiana. Il punto è che c’è il pubblico anziano con determinati interessi e linguaggi, come c’è quello dei 25-44enni. Non tutti twittano, non tutti vanno su Facebook, non tutti seguono Internet... Facciamo al meglio quello che la piattaforma che usiamo ci chiede di fare.”

RIccardo Pasini - autore e produttore TV

Stefania Radman - giornalista

Da qualche anno si è sviluppato il fenomeno del “second screen”, il secondo schermo che la maggior parte di noi utilizza anche mentre sta guardando la televisione per commentare in diretta sui social o via chat la trasmissione. Esempio di questa tendenza è “Divano & TV”, gruppo Facebook creato da Stefania Radman, giornalista, nel quale “si guarda la tivù e si commenta quel che si vede”, perché “certe trasmissioni se le guardi da solo non ti passano più”. Governare una conversazione, però, a maggior ragione se digitale, non è affatto semplice. Nel 2011 è nato anche “Divano & Fornelli”, deputato a seguire e commentare Gordon Ramsay, Nigella, Alessandro Borghese, Benedetta Parodi ma soprattutto Masterchef.

La nascita di questo gruppo svela, secondo Pasini, qual è la vera natura di quest’ultimo programma: “Masterchef e prodotti simili non sono programmi di cucina, sono fiction.” “Al di là del meccanismo dei personaggi che si odiano e litigano e di come viene elaborata la ricetta, Masterchef è un programma che punta sullo spettacolo” rilancia Andrea W. Castellanza, Direttore Creativo di Tavola Spigolosa.

Esempio interessante è Cotto e Mangiato, nel quale “uno si riconosce nella ricetta, nella quotidianità” continua Pasini. “Ti riconosci perché vi trovi la tua quotidianità elevata però in TV. Quella è cucina. Gli altri sono programmi di intrattenimento”.

Punto forte di Cotto e mangiato era senz’altro quell’aria realistica che lo caratterizzava a partire dalla cuoca che cuoca non era: Benedetta Parodi. “Ha funzionato perché era vera” interviene Sonia Peronaci. “Oggi più che mai la gente si accorge se un personaggio è vero o no. Clio Zammatteo è un altro esempio. Aveva cominciato nella sua stanzetta, poi ha fatto una trasmissione, Clio Make Up, che però non ha avuto lo stesso successo perché risultava meno autentica, nonostante fosse sempre lei. Le persone sempre di più sono abituate a capire, a riconoscere il personaggio vero.”

Un secondo fenomeno che si sta affermando negli ultimi anni è l’allontanamento dei giovani dalla televisione. “C’è un problema di comunicazione” spiega Sergio Ferrentino, regista e autore radiofonico.

“Oggi la sfida è creare un programma che si basi sul contenuto, non necessariamente sull’idiozia. La TV pubblica dovrebbe cominciare a offrire contenuti di qualità, invece di adeguarsi alle provocazioni commerciali creando programmi che sono in contrapposizione l’uno con l’altro. Che bisogno c’è di essere cattivi quando si cucina? .” In Masterchef Australia, invece, “non si butta mai un piatto, sono sempre gentilissimi, inclusivi e quando un concorrente se ne va piangono tutti” racconta Radman. Quindi all’estero non sono nostra nella stessa situazione? chiedono dal pubblico seduto intorno alla tavola.

Sergio Ferrentino - autore radiofonico

All’estero guadagnano grazie alla cucina italiana, con show caratterizzati da un linguaggio coinvolgente (che incolla alla televisione anche i più restii) e da budget molto più ampi. Inoltre, qui “facciamo programmi in italiano, chi li produce in lingua inglese ha un pubblico sterminato e gli viene facilissimo piazzarli anche in altri Paesi” commenta Pasini.

Giunti al Termine della Prima parte di Tavola Spigolosa, prima di conoscere e gustare i prodotti delle aziende partner di questa "puntata" (è il caso di dire) si può concludere che i contenuti rimangono la cosa più importante,  tenendo ben presenti i diversi pubblici e  maturando la consapevolezza che lo spettacolo, la televisione e la cucina possono essere alleati, ma nel rispetto reciproco.

Esiste ancora un pubblico per la cucina in TV? È con questa domanda che si apre lo “Spigolo”, curato da Andrea W. Castellanza, che introduce il tema della serata. Dopo aver colonizzato tutti i palinsesti e aver generato un esercito di piccoli emuli di Carlo Cracco negli istituti alberghieri, il cibo in televisione è oggi vero protagonista o è solo una comparsa tra montaggio e colonna sonora? È stato in grado di creare consapevolezza e cultura gastronomica nel pubblico o forse il nostro nuovo mantra sarà: “Se lo ha detto Masterchef vuol dire che è buono!”? Un dato incontestabile c’è: l’importanza delle community, insiemi identitari di pubblico grazie ai quali i programmi televisivi diventano risorse crossmediali fuori dallo stretto universo televisivo.

Il fotoracconto della serata

Foto di Andrea Porro e Anna Di Stefano

#tavolaspigolosa su twitter è tra i top trend italiani (al numero 3) con 400 tweet durante la serata e quasi 1 milione di impression.

Su FACEBOOK i post della diretta hanno raggiunto circa 7.500 utenti con interazione nell'ordine di centinaia per post.

La seconda parte della serata ha portato all'attenzione dei partecipanti le Cantine Ravizza coi suoi vini pavesi, Vanilla Bakery, con le bellissime e buonissime Cup Cakes personalizzate "TavolaSpigolosa" e Grana Padano, che con le sue degustazioni di Grana Riserva, seguirà tutte le Tavole Spigolose del 2017. Il tutto servito da ottimo personale di sala e cucina proveniente dalle classi dell'Istituto Alberghiero Falcone di Gallarate.

Potete trovare qui  o nella sezione "Per le Aziende" i contenuti della presentazione delle Cantine Ravizza e la gallery della degustazione di Vanilla Bakery e Grana Padano.

La degustazione

CREDITS

Riccardo Fanton - Diretta Facebook

Giulia Mussap - Video e backstage

Isadora Casadonte- Live twitting

Chiara Muscetta - Inviti e logistica

Gabriella Delfino - Instagram

Emanuela Zazzeri -  Inviti e logistica

Andrea Porro - Foto

Marta Pierazzoli - Auditing e report redazionale

Anna Di Stefano - Digital Media per sponsor

Vito G. Signorile - Regia Spigolo

La Tavola Spigolosa

si è tenuta

nell'appartamento LAGO

in via Brera 30 a  Milano

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